
Il piede torto è una delle malattie più frequenti dell’età pediatrica.
Il dott. Sergio Monforte, specialista in ortopedia e traumatologia pediatrica, ci parla di questa problematica e di come risolverla.
Come si presenta il piede torto
Il piede torto è una malformazione ortopedica, geneticamente determinata, che si può diagnosticare ecograficamente già dalla 12-20ma settimana di vita intrauterina.
La presenza del piede torto fa sì che ci siano delle anomalie nell’aspetto di gamba, caviglia e piede, che si presentano con alterazioni della struttura, sia a livello muscolo-scheletrico, che osteo-cartilaginee e legamentose.
Il piede torto è una delle più comuni malattie congenite dell’età pediatrica (la 7° per frequenza).
È anche una delle più frequenti dell’età neonatale (seconda alla sola displasia evolutiva delle anche) tra quelle a carico dell’apparato muscolo scheletrico.
In pratica nel mondo ogni 3 minuti nasce 1 bambino affetto da piede torto idiopatico e tra questi circa 500 all’anno nel nostro paese.
Piede torto, predisposizione genetica
La predisposizione genetica, seppure ancora con un meccanismo non del tutto noto, è avvalorata da alcuni dati statistici.
Ad esempio la ricorrenza in ambito familiare (circa il 10-20%), una maggiore frequenza nei gemelli monozigoti rispetto agli eterozigoti (33% vs 3%) ed una maggiore prevalenza per il sesso maschile (2.5:1).
Nel 50% dei casi viene colpito 1 solo piede, nel restante 50% la malformazione può essere bilaterale e in questo caso uno può essere lievemente più grave dell’altro dal punto di vista clinico.
Il metodo Ponseti per il trattamento del piede torto
Si tratta di un originale metodo manipolativo e correttivo del piede torto caratterizzato da 3 fasi terapeutiche distinte e strettamenti correlate tra loro:
- fase correttiva in gesso
- riabilitativa in tutore
- follow up
La prima fase prevede una correzione estremamente rapida, asintomatica , progressiva ed attraverso un’unica manovra correttiva, delle varie deformità presenti nel piede torto (cavismo, adduzione, supinazione dell’avampiede e varismo del retropiede).
Le manovre manipolative non sono dolorose per il bambino
Dopo la rimozione del gesso post operatorio si passa alla fase II della metodica Ponseti di la fase tutorizzazione o riabilitativa.
Il tutore in abduzione è parte integrante e fondamentale del trattamento nella metodica Ponseti in quanto è in grado di:
- rimodellare lo sviluppo dei nuclei di accrescimento delle ossa tarsali
- distendere il comparto capsulo-legamentoso e muscolare del piede in trattamento
- mantenere elastica la tensione del muscolo tricipite surale (=muscolo del polpaccio)
- stimolare meccanicamente la crescita in lunghezza dei muscoli
al fine di ridurre la naturale tendenza del piede torto a recidivare durante le fasi di accrescimento del bambino
La fase III della metodica Ponseti, il follow up, inizia dopo la dismissione dal tutore.
Questa fase rappresenta parte integrante del percorso di cura intrapreso in età neonatale.
Saper infatti riconoscere e trattare precocemente l’instaurarsi di una recidiva è fondamentale per ottenere risultati funzionali ottimali senza dover ricorrere ad interventi chirurgici invasivi
Durante il follow up lo specialista valuta attentamente ogni tre o quattro mesi (soprattutto nei primi 2 anni dalla dismissione del tutore) il grado di elasticità del piede in dorsi flessione.
Valuta anche il bilanciamento del movimento attivo in dorsiflessione e abduzione, la forza muscolare ed il trofismo dei muscoli eversori (m. peronei), la qualità dell’appoggio e del cammino del bambino, la forza di propulsione ai test dinamici.
Vantaggi e svantaggi del metodo Ponseti
Il metodo Ponseti per la cura del piede torto è in grado di ottenere la correzione anatomica in più del 95% dei casi trattati, indipendentemente dalla loro gravità iniziale.
I tempi sono molto rapidi (bastano poche settimane di cura), senza arrecare particolari sofferenze (attraverso semplici e delicate manipolazioni) o ricorrere necessariamente a trattamenti chirurgici invasivi.
Inoltre i risultati clinici e funzionali ottenuti a breve e lungo termine sono facilmente e rapidamente riproducibili se viene praticato da personale medico ben addestrato.
Il metodo non influenza le fisiologiche tappe di sviluppo neuromotorio del bambino.
Tra i possibili svantaggi del metodo Ponseti ricordiamo:
- elevato rischio di scarsa collaborazione paziente/famiglie (stimabile tra il 40-60%)
- risultati a breve e medio termine direttamente correlati a collaborazione del paziente e della famiglia al protocollo
- esperienza tecnica ed organizzativa operatori sanitari
- risultati a lungo termine (> 15 anni) meno “brilllanti” nel contenere la fibrosi retraente, geneticamente determinata, delle componenti muscolari.
- lunghezza della fase di tutorizzazione (almeno fino ai 5 anni)
- Una collaborazione adeguata non mette al riparo da sviluppare una recidiva alla dismissione dal tutore (rischio individuale geneticamente determinato)
- impossibilità di predire la percentuale di rischio individuale a sviluppare una recidiva (se non in maniera indiretta) obbliga a mantenere per tutti i pazienti lo stesso standard di protocollo
Altre indicazioni utili sul trattamento del piede torto
Non è necessario iniziare il trattamento subito dopo la nascita.
In alcuni casi legati a parti complicati o dove il bambino è rimasto ricoverato anche per qualche mese il trattamento iniziato a distanza di qualche mese dalla nascita non ha compromesso il buon esito
Le manipolazioni devono essere eseguite da persone esperte del metodo e la correzione ottenuta viene mantenuta dalla confezione del gesso.
I genitori non possono né devono fare manipolazioni correttive.
I Bendaggi non sono efficaci.
L’ osteopata non cura il piede torto idiopatico.
Il piede torto congenito idiopatico non è dovuto ad una cattiva posizione del piede nell’ utero.
I gessi non possono essere confezionati sotto il ginocchio.
I piedi ingessati vanno mantenuti sollevati con l’uso di un asciugamano sotto le ginocchia.
Le dita del piede devono essere visibili , se scompaiono all’ interno del gesso contattare il medico che ha in cura il bambino.
Il “Pirani score” è un indice di gravità clinica del piede torto che viene attribuito dal medico alla prima visita e in quelle successive.
Il buon esito del trattamento non viene influenzato né viene determinato dalla severità di questo punteggio.
I bambini trattati con il metodo Ponseti NON devono indossare calzature ortopediche o solette correttive quando iniziano a camminare autonomamente
I bambini con piede torto idiopatico curati correttamente con la metodica Ponseti potranno correre, giocare, saltare e, se vorranno, praticare attività sportive (anche a livello agonistico) come tutti gli altri bambini.
I bambini che hanno il piede torto monolaterale (= 1 piede solo) di solito hanno una differenza di circonferenza del polpaccio ( il lato del piede torto è più sottile) e in circa il 10% dei soggetti una possibile ipometria dell’arto interessato (mediamente di circa 1.2 cm) ma senza una compromissione della loro capacità di camminare e fare sport.
Tale differenza non migliora spontaneamente nel tempo ne’ con la FKT o con attività ludico sportiva specifiche in quanto è la manifestazione clinica del processo patogenetico della malformazione del piede torto.
Ad ogni modo, alla luce della nostra quasi ventennale esperienza confermiamo che la metodica Ponseti, pur con i suoi indubbi limiti tecnici ed organizzativi, è da considerarsi, ad oggi, il gold standard tra i trattamenti conservativi del piede torto idiopatico in età pediatrica.
La sua efficacia è molto elevata nel saper guarire con un protocollo “mini invasivo” la maggioranza dei piedi torti idiopatici limitando la necessità d’intervenire chirurgicamente ai casi particolarmente resistenti al trattamento conservativo o per recidive sviluppatesi in piedi torti precedentemente trattati chirurgicamente o per il trattamento di piedi torti associati a patologie neuromuscolari e sindromiche.
Dott. Sergio Monforte
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