Il sonno dei bambini: quanto?
Quanto è importante il sonno dei bambini? Il bambino, già da quando è nella pancia della mamma, impara a dormire facendo qualche piccolo sonnellino.
Quando il bambino nasce il sonno è una componente fondamentale: durante il primo mese le ore di sonno equivalgono a 15-20 ore al giorno.
Dopodiché, intorno ai 2-3 mesi inizia ad assestarsi nel bambino il ritmo sonno/veglia e il bambino inizia a percepire in maniera più evidenteche il sonno significa separazione dalle figure di attaccamento.
Infatti è inquesta fase che è importante (se non è già stato fatto) stabilire delle routine nella vita del bambino: le routine servono e aiutano il piccolo a prevedere ciò che succederà, rassicurandolo e facendolo sentire protetto.
In generale i bambini fino ad almeno 6 anni dovrebbero dormire tra le 10 e le 12 ore al giorno, quindi non spaventatevi se il vostro bambino dorme molto, va bene!
Come e quando dormono i bambini?
Contrariamenteda quanto si pensi, il sonno è per tutti (anche per gli adulti) suddiviso in cicli. Non solo! All’interno di un ciclo singolo si susseguono delle fasi: fase REM e fase non-REM.
La fase REM rappresenta il sonno più leggero, detto anche“sonno agitato” durante il quale è frequente osservare movimenti di braccia egambe e versi vocali.
Questa fase è importantissima per lo sviluppo cerebrale ecognitivo; la fase non-REM invece costituisce il sonno più profondo eristoratore per il recupero delle energie.
Alla nascita e fino ai 2-3 anni circa, la fase REM rappresenta il 50% del sonno dei bambini, favorendo un iniziale e importantissimo periodo dedicato allo sviluppo del cervello. A 2-3 anni la fase REM diminuisce al 25% del sonno del bambino, fino ad arrivare (come negli adulti) ad un 20% intorno ai 6 anni.
Molti genitori lamentano sonno agitato e frequenti risveglidei propri bambini: queste sono condizioni molto frequenti, proprio per l’alternanza delle fasi di cui sopra: i bambini ad ogni ciclo del sonno possono risvegliarsi, e in alcuni casi fare fatica ad addormentarsi, richiamando così le attenzioni dei genitori.
E quindi quando si regolarizza il sonno dei bambini?
Il processo di autoregolazione del sonno è un processo graduale e non per tutti uguale. Avviene in modo naturale e non è necessario l’intervento massiccio dell’adulto.
Quello che il genitore può fare per favorire l’autoregolazione del sonno è sicuramente accettare che il proprio bambino abbia un sonno fatto dirisvegli (è normale!) senza così allarmarsi troppo o andare in ansia, che può essere trasmessa anche al bambino.
Inoltre, favorire un sonno duraturo e tranquillo è possibile instaurando delle routine pre-nanna da effettuare insieme al bambino (mezz’ora prima della nanna cominciare ad abbassare le luci in casa, parlare a bassa voce, effettuare tutte le routine di igiene personale, coccolare il bambino e aiutarlo nella transizione al sonno anche tramitepeluches o pupazzi).
Le routine, come già detto, aiutano a dare prevedibilità e a rassicurare su ciò che accadrà, rendendo la transizione verso il sonno equindi verso la separazione da mamma e papà, meno inaspettata.
Disturbi del sonno, risvegli frequenti e parasonnie: perché e cosa fare?
I risvegli notturni sono una condizione molto frequente, come già citato sopra, soprattutto in periodi di cambiamento legati allo sviluppo, all’ambiente familiare, all’inserimento scolastico ecc.
Tuttavia, è importante considerare quando i risvegli diventano invalidanti per il bambino o per la famiglia e con che frequenza e intensità si realizzano.
Si parla di disturbi del sonno dei bambini (a partire dai 2 anni di età) quando ciò che avviene durante i risvegli è accompagnato da terrore, paura, sintomi fisici come sudorazione e tachicardia, stato confusionale. Si parla quindi di parasonnie o terrori notturni, o di veri e propri stati di insonnia.
In questi casi e in tutte quelle situazioni che possono andare a compromettere il normale equilibrio e funzionamento del bambino edella famiglia, è bene consultare uno specialista che possa aiutare i genitori, tramite una psicoeducazione, a comprendere meglio il problema fornendovi delle strategie utili per far star meglio anche il proprio bambino.