Il Magazine di MediChild

December 17, 2023

Lo sviluppo psicomotorio nei primi 18 mesi di vita

Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'età evolutiva
Tempo lettura:
4 min.

Come evolve lo sviluppo psicomotorio di un bambino nelle prime fasi di vita? La dott.ssa Irene Cardarelli, ostetrica e psicomotricista ci spiega nel dettaglio come matura il movimento dei più piccoli nei primi mesi.

Pathology
Dr.Jane Cooper
Tags:
camminare
sviluppo psicomotorio del bambino

Dal momento in cui un bambino nasce inizia il suo sviluppo psicomotorio

Lo sviluppo psicomotorio consiste in un complesso e continuo intreccio di sviluppo sensoriale, motorio, cognitivo, relazionale, emotivo e sociale.

Questa evoluzione dipende dalle caratteristiche del bambino (carattere, temperamento, costituzione fisica, genetica), dall’ambiente in cui vive e cresce, dal rapporto con gli adulti che si prendono cura di lui e dalle esperienze che gli vengono proposte.

Si parla di fasi di sviluppo psicomotorio intendendo quei tempi di maturazione in cui vengono costruite le abilità funzionali in modo interdipendente ed integrante, ad esempio una conquista nella sfera motoria porta contemporaneamente ad una conquista cognitiva, sensoriale e relazionale e viceversa.

Nel primo anno di vita si tende a considerare lo sviluppo psicomotorio secondo le fasce di età: 0-3 mesi, 3-6 mesi, 6-9 mesi, 9-12/18 mesi.

Da 0 a 3 mesi: sviluppo psicomotorio del bambino

La fase 0-3 è una fase impegnativa per il neonato che in tempi brevi deve adattarsi all’ambiente extrauterino e alle nuove condizioni ambientali.

Il suo organismo deve regolare autonomamente la respirazione, la circolazione, la termoregolazione e le funzioni viscerali, deve maturare modalità e ritmo per alimentarsi in modo autonomo (prima ci pensava la mamma attraverso la placenta) e deve imparare a tollerare le percezioni sensoriali provenienti dall’esterno e dall’interno del suo corpo (rumore, luci, movimento, tocco, …ecc.).

Da un punto di vista motorio in questa primissima fase di esogestazione il neonato deve riorganizzare le sue funzioni senso-motorie poiché mancano il contenimento/confine dell’utero, le condizioni facilitanti del liquido amniotico e la ridotta forza di gravità in utero (un terzo di quella extrauterina).

Per prima cosa deve raggiungere una stabilizzazione e controllo posturo-motorio quando è supino, ritrovare la capacità di stare fermo nello spazio e rannicchiarsi attivamente sul corpo dell’adulto, sviluppare contemporaneamente il controllo del capo che è alla base delle successive abilità motorie e della maturazione visiva e quindi della capacità di entrare in relazione con i familiari.

È fondamentale che il neonato sia contenuto e stabilizzato durante tutte le sue attività quotidiane finché non sarà in grado di controllare le sue posizioni da solo; in braccio si presterà attenzione a dargli sostegno, allineamento e stabilità non solo del capo ma di tutto il corpo.  

Il bagnetto può facilitare questa fase: avvolgere il bambino nudo in un lenzuolino, immergerlo in acqua e liberarlo dal lenzuolo una volta “contenuto” dall’acqua stessa che gli copre torace, nuca ed entra nelle orecchie.

In questi primi tre mesi circa si gettano le basi per l’autoregolazione del ritmo sonno veglia, importantissimo perché solamente una veglia tranquilla permetterà al bambino di partecipare alle relazioni interpersonali e di maturare competenze apprendendo dal mondo esterno.

Favorisce un sonno più sereno e tranquillo se adagiato in una culla in cui può raggiungere i confini, tenuto in braccio o portato in fascia.

In questo primo periodo inizia a modulare il pianto, la voce, la mimica del suo viso e il suo comportamento per comunicare con l’adulto.

Per facilitare il suo sviluppo è consigliabile cambiargli spesso posizione quando è sveglio, proponendo spesso la posiziona prona sia in momenti di veglia attiva che durante il cambio pannolino.

Come giochi e strumenti di stimolo possiamo utilizzare le carte a contrasto bianche e nere, i sonagli da attaccare a polsi e caviglie, stimolarlo con giochi da toccare ed afferrare, cantargli o fargli ascoltare musica per piccoli momenti, porgli di fronte uno specchio.

Lo aiuta molto iniziare a ricevere il massaggio neonatale e stare petto a petto con mamma e papà, magari sul divano, così da allenare il controllo del capo.

Da 3 a 6 mesi: interesse per l'ambiente esterno

Nella fase 3-6 mesi il bambino aumenta sempre più l’interesse per l’ambiente esterno e migliora le capacità di entrare in relazione con le persone e gli oggetti.  

Matura il controllo del capo e del tronco, migliora l’equilibrio nelle posizioni prono, fianco e supino e il sostegno sulle braccia in posizione prona (tummy time) è più competente.

Il sempre più interesse per le proprie mani, il giocattolo e il desiderio di toccare matura la coordinazione occhio-mano-oggetto-bocca: il bimbo si allena nel tendere il braccio verso l’oggetto per afferrarlo e metterlo in bocca per esplorarlo.

Le giornate iniziano ad essere più scandite da un ritmo per i pasti, il gioco e il sonno per il quale potrebbe essere utile iniziare ad introdurre rituali per l’addormentamento; si allungano i tempi di veglia attiva e di conseguenza anche i momenti di gioco e relazione.

Si consiglia di far trascorrere al bambino più tempo possibile sul tappeto a terra, libero di muoversi in sicurezza, offrendogli stimoli di gioco adatti alla sua età: lo specchio dove vedere la sua immagine riflessa, libri, giochi e stimoli sensoriali, il cestino dei tesori, palline, pupazzi, sonagli, chiavi e tanto altro.

La quotidiana e ripetitiva esperienza gli consentirà di scoprire i piedi e maturare l’equilibrio con le gambe per aria, quindi di rotolare da supino sul fianco e giocare in questa posizione.

Tra sei e nove mesi: sempre più liberi di muoversi

Tra i 6-9 mesi il bambino impara a rotolare sia da supino a prono che viceversa, può rotolare per muoversi nello spazio, sa fare l’orologio sia in posizione supina che prona, se messo seduto mantiene un equilibrio autonomamente (ATTENZIONE però! limitiamo questi momenti finché non sarà lui stesso a raggiungere la posizione seduta da solo!), potrà iniziare a muoversi strisciando e magari iniziare a gattonare.

L’uso delle mani sarà sempre maggiore e la coordinazione migliorerà, allenerà sempre più la motricità fine (il pasto sarà un momento importante per allenare la presa a pinza) riuscendo ad afferrare con pollice e indice gli oggetti più piccoli.

Il gioco proposto e corrispondente all’età arricchisce l’apprendimento sensoriale e cognitivo del bimbo che aumenta sempre più la produzione di suoni, comprensione gesti semplici e linguaggio verbale.

Possiamo proporre libri, costruzioni e scatole, semplici giochi di incastro, torre ad anelli, giochi apro/chiudo, un lenzuolino da usare con mamma o papà per il gioco del cucù, uno specchio, giochi sensoriali e musicali e tanto altro.

È fondamentale adattare lo spazio in cui vive il bimbo alle sue esigenze e sicurezza per evitare di rincorrerlo, vietargli frequentemente azioni: così si sentirà più sicuro e gratificato nel fare da sé le cose, imparando ad affrontare e gestire meglio le piccole difficoltà e frustrazioni trovando da sé le soluzioni quando, per esempio, un gioco si allontana troppo o un cassetto non si apre.

Sono fortemente sconsigliati:

  • il box perché lo isola dall’ambiente e non gli consente di muoversi;
  • il girello perché induce a movimenti falsi e ritarda la deambulazione autonoma;
  • l’abitudine di metterlo in piedi o seduto: se non raggiunge in autonomia quella posizione significa che non è pronto, non abbiate fretta!

Tra i nove e i diciotto mesi: spostarsi in autonomia

Tra i 9-12/18 mesi lo sviluppo psicomotorio è avanzato.

Il bambino si sposta in autonomia ed impara sempre di più: sperimenta cambi posturali, le distanze e le altezze, scopre sensazioni e percezioni di sé diverse e inventa attività ludiche nuove con oggetti che trova nell’ambiente. Impara a mettersi seduto da solo, striscia e gattona, sa alzarsi in piedi, rimanere fermo e risedersi, inizia ad allenare la camminata laterale (per esempio: appoggiato al divano si sposta, in piedi, lateralmente).

Questi allenamenti prepareranno il bambino a camminare da solo ed imparare a gestire perdite di equilibrio e cadute, se non farà questa esperienza autonomamente diverrà molto difficile per lui gestire gli imprevisti che lo spaventeranno e lo renderanno insicuro, quindi inibendolo nello sviluppo.

Il bambino acquista sempre più autonomia nel gioco, comunica meglio con mimica facciale e gesti, dice alcune parole e comprende e segue comandi semplici: mostra molto interesse alle attività quotidiane della casa, fa ciao ciao e produce suoni bisillabi.

Dimostra grande orgoglio e gratificazioni delle sue conquiste, quando cammina da solo aumenta l’energia motoria e diventa ancora più attivo e curioso di esplorare lo spazio, in piedi riesce a manipolare e a trasportare oggetti, scopre i piani più alti nell’ambiente.

Dai 14 ai 16 mesi inizia ad imparare meglio il “no”.

Le limitazioni devono essere ferme e coerenti perché pongono le fondamenta educative della comprensione delle regole della convivenza e del controllo comportamentale come base delle abilità sociali, sono i binari entro i quali il bambino può muoversi in modo sicuro e solido, beneficiando dalla rassicurazione offerta dai punti stabili e affidabili dei no.

I giochi che si possono proporre in questa fase sono: cestino dei tesori arricchito, animali di gomma, palle di consistenze- dimensioni- forme diverse, contenitori con dadi, torre di anelli, libri, bambole e bambolotti, cubi da costruzione e da incastro, strumenti musicali, ecc.

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camminare

Autore

Irene Cardarelli

La dott.ssa Irene Cardarelli è specialista in Ostetricia e in Psicomotricità in provincia di Brescia. Si dedica al benessere delle donne in gravidanza e nel post partum, oltre che quello dei bambini nelle varie tappe evolutive dal concepimento fino al secondo anno di età.

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