Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)?
I disturbi specifici di apprendimento (DSA) hanno un’origine neurobiologica, che limita significativamente l’impiego delle abilità di lettura (dislessia), di scrittura (disortografia e disgrafia), del calcolo (discalculia) e della comprensione del testo, con conseguenti ricadute nelle attività che si basano per la loro realizzazione su queste abilità, non riconducibili a deficit intellettivi, sensoriali e/o neurologici né a condizioni di svantaggio socioculturale.
Prevalenza dei Disturbi Specifici di Apprendimento
Una ricerca epidemiologica nazionale condotta tra il 2008 e il 2013 ha mostrato una prevalenza del 3,5% dei disturbi specifici di lettura nei bambini di età compresa tra 8 e 10 anni. Questi dati sottolineano l'importanza di un intervento precoce per supportare gli studenti con DSA nel loro percorso scolastico.
La Legge 170/2010 e il Riconoscimento dei DSA
La promulgazione della Legge 170/2010 ha sancito il riconoscimento ufficiale in ambito scolastico e la tutela del diritto allo studio dei ragazzi con DSA, continuando a produrre politiche didattiche più attente ai bisogni degli alunni con DSA, per permettere una personalizzazione della didattica che contribuisca ad affrontare i disturbi del neurosviluppo.
Tale Legge infatti riporta che “è compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti” [Legge 170/2010, art.3, comma3].
“La rilevazione delle situazioni di rischio è indispensabile per avviare immediatamente un percorso didattico mirato a piccoli gruppi o a singoli bambini” [Linee guida per l’individuazione precoce dei casi sospetti di DSA, allegate al D.I. 17/04/2013, p.5].
Già a partire, quindi, dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia, si possono avviare una serie di attività educative e didattiche volte a potenziare le abilità che risultano più carenti. In caso di resistenza al trattamento, la scuola dovrà comunicare alla famiglia la necessità di un invio per una valutazione specialistica.
Diagnosi precoce e Piano Didattico Personalizzato (PDP)
Grazie poi alle disposizioni sui BES, con la C.M. 8/2013 è possibile attivare interventi mirati e predisporre un PDP (Piano Didattico Personalizzato) anche prima di ricevere la certificazione di DSA, o senza diagnosi.
In attesa o in assenza di diagnosi, perciò, gli insegnanti potranno comunque avviare percorsi mirati e impiegare modalità specifiche a supporto dell’apprendimento, andare a potenziare le abilità nelle aree più deficitarie e insegnare al bambino ad usare strategie e strumenti che vadano a compensare le difficoltà.
L’importanza della prevenzione e del potenziamento
Individuare precocemente le fragilità degli alunni permette di attivare quanto prima degli interventi che le possano ridurre.
In quest’ottica è utile osservare che, essendo disturbi evolutivi specifici, evolvono nel tempo e valutando il livello di acquisizione delle competenze attese per età e classe frequentata, si può iniziare a potenziare tali competenze e a distanza di tempo andare ad osservare se ci sono stati miglioramenti o se permangono delle difficoltà.
Precocità e tempestività risultano essere dei fattori prognostici positivi di una traiettoria evolutiva che modifica un quadro clinico iniziale critico.
Implicazioni emotive e relazionali dei DSA
I percorsi di potenziamento e riabilitazione delle funzioni cognitive superiori risultate carenti o deficitarie dalla diagnosi attivati precocemente e con costanza, permettono anche di sostenere i ragazzi dal punto di vista emotivo.
Molti studi scientifici riportano, infatti, la tendenza degli alunni con DSA ad avere un concetto di sé più negativo e la loro bassa autostima può avere ripercussioni importanti sui processi di apprendimento scolastico.
Di fronte ad un disturbo specifico di apprendimento, spesso l’alunno può reagire con demotivazione scolastica, bassa autostima, aggressività e difficoltà nelle relazioni interpersonali.
L’autostima dipende dal rapporto tra risultati e aspettative e si abbassa quando le prestazioni sono basse, ma anche quando le aspettative sono troppo alte.
Risulta, quindi, di fondamentale importanza supportare i ragazzi con DSA anche dal punto di vista emotivo - relazionale, che gli consenta di sentirsi competenti e alla pari dei loro compagni di scuola e di sperimentare successi anche nonostante le fatiche incontrate.
Bibliografia DSA
- Ciambrone R., Fusacchia G., “I BES: Come e cosa fare”, GIUNTIEDU, 2016.
- Ianes D., Cramerotti S., “Alunni con BES”, Erickson, 2013.
- Tressoldi P. E., Vio C. “Il trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento scolastico”, Erickson, 2015.
- Vio C., Lo Presti G., “Diagnosi dei Disturbi Evolutivi”, Erickson, 2014.
- Vio C., Lo Presti G., Tressoldi P. E., “Diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento”, Erickson, 2022.
Sitografia DSA
https://www.aiditalia.org/news/pubblicata-dallistituto-superiore-di-sanita-la-nuova-linea-guida-sui-disturbi-specifici-dellapprendimento
https://www.anastasis.it/disturbi-specifici-apprendimento/individuazione-rischio-dsa-primaria/
https://www.erickson.it/it/mondo-erickson/quali-sono-i-problemi-emotivi-che-possono-accompagnare-ragazzi-con-bes-e-dsa