
La dott.ssa Luisa Romei, psicologa, professional counselor e specialista nelle difficoltà dell’apprendimento prosegue il suo viaggio di accompagnamento dei neogenitori dopo la nascita.
Dopo il primo articolo sulla comunicazione prenatale, ecco nuovi interessanti spunti di riflessione sul periodo dopo la nascita.
Le emozioni dopo la nascita: come comunicarle
Il piccolo è nato ed ora per i genitori è necessario instaurare un rapporto con un bambino reale, non più immaginato: comunicare le emozioni dopo la nascita è una novità, tutta da imparare.
Il piacere dell’attesa e della realizzazione del desiderio d’essere adulti deve essere confrontata con la realtà del diventare genitori.
Questa è costituita anche da frustrazioni, preoccupazioni e delusioni, oltre che dalla gioia di incontrare finalmente questo essere tanto immaginato.
Nella nuova realtà, dopo la nascita, il padre è costretto a dividere la donna con il figlio ed essa dovrà condividere il partner con il nuovo arrivato e rinunciare ad essere “la sua unica bambina”.
Questa difficoltà può essere superata facilmente se la coppia è capace di riconoscere le proprie emozioni e conflitti, se ha imparato ad esprimere tutti i sentimenti, a non avere paura della paura, ad accettarla come parte integrante della vita.
Così i genitori potranno dirsi le loro difficoltà, potranno confrontarsi nel proprio stile educativo, saranno in grado di mediare il proprio punto di vista e ascoltare l’altro.
Il nutrimento comunicativo
Quello che chiamiamo “nutrimento comunicativo“, dopo la nascita, avrà un ruolo fondamentale nel rendere il bambino un essere che cresce con le proprie caratteristiche.
Sarà fondamentale per un bambino dotato di un Sé autentico, un bambino in grado di sentire che ci sono risposte ai suoi veri bisogni.
Mamma e papà dovranno trovare il modo di far sentire la propria voce al neonato.
Dovranno riuscire a contenerlo in uno spazio accogliente e vivere in un ambiente preparato precedentemente alla sua venuta.
Il bambino appena nato ha, infatti, bisogno di continuare a vivere in quella situazione simbiotica caratteristica della vita in utero.
Necessita di essere contenuto in braccia calde, amorevoli, tranquille.
Dopo la nascita: l’ascolto e la soddisfazione dei bisogni del bambino
L’ascolto empatico rappresenta un importante modo di continuare a porsi nei confronti del bambino con rispetto e attenzione.
Ascoltare è la base di uno stile educativo che rispetta il bambino, che lo riconosce come persona autentica, unica.
Se si sa aspettare il proprio turno nella comunicazione, se si riesce a capire che ognuno possiede un punto di vista diverso, si riuscirà a costruire uno stile educativo che porrà il bambino al centro della sua esperienza di vita.
Il genitore che durante la gravidanza ha imparato ad attendere una risposta del figlio, a considerare tale risposta come un messaggio unico, fondamentale, saprà essere un educatore partecipe delle scoperte del bambino, senza imporre il proprio modo di vedere le cose.

I bisogni reali del bambino
Penso che questo atteggiamento sia fondamentale per dare risposte ai bisogni reali del bambino.
Spesso, infatti, capita che l’adulto interpreti il comportamento del piccolo proiettando i propri bisogni.
Questo non consente la costruzione di risposte efficaci per i bambini e ciò provocherà rabbia e irritazione.
I bisogni che il neonato esprime con i linguaggi di cui è capace, sono sempre segnali importanti che influenzano la costruzione della sua personalità, attraverso le risposte che riceve o non riceve dall’ambiente esterno.
Il genitore che non riconosce tali segnali e dà risposte incongruenti, dovrà affrontare frustrazioni maggiori e vivrà con più ansia la crescita del figlio.
Quale stile educativo?
L’educazione rigida o un comportamento iperprotettivo e ansioso sono, infatti, spesso la causa di frustrazioni famigliari e fanno vivere il bambino in uno stato di trascuratezza emotiva e di incoerenza.
Il bambino al quale non è dato ciò di cui ha bisogno crescerà nella paura, nella vergogna, nell’incostanza.
E’ importante quindi aver imparato ad ascoltare ciò che è fuori del sé per non confonderlo con ciò che è proprio.
Ascoltare è indispensabile per saper
- Comunicare con l’altro
- Stabilire relazioni empatiche
- Capire i propri e i bisogni degli altri
- Scoprire il mondo interno ed esterno
L’ascolto ha bisogno di alcune condizioni
- L’attenzione
- Non essere in ansia
- Un ambiente con pochi stimoli
- La motivazione ad ascoltare
- Lasciarsi andare
Il bambino ascoltato che riceve risposte efficaci è più tranquillo e meno irritabile.
Essere ascoltato e compreso lo farà sentire degno della sua vita e sentirà il proprio valore, possiederà il coraggio di affrontare i cambiamenti che lo sviluppo gli imporrà.
Fasi della crescita e risposte educative
Dopo la nascita sarà opportuno vivere correttamente le varie fasi della crescita del bambino.
Il bambino nella sua crescita vive diverse fasi che sono caratterizzate da tipici comportamenti e bisogni.
Subito dopo la nascita
Il bambino appena nato vive ancora in un rapporto di simbiosi con la madre ed ha bisogno di essere contenuto in un ambiente caldo e soffice.
Necessita di succhiare il latte e di riposare tanto, di stare in un ambiente tranquillo.
La sua dipendenza totale dalla madre è naturale e le risposte di cui ha bisogno devono essere in sintonia con questa fase di vita.
Intorno ai sei mesi di vita
Verso i sei mesi inizierà quel processo di “individuazione” che lo porterà a sviluppare gradatamente le capacità autonome.
Per questo avrà bisogno di stimoli esterni che lo aiutino ad apprezzare la scoperta del mondo.
Non dovrà quindi essere tenuto sempre in braccio, ma dovrà avere l’opportunità di muoversi nell’ambiente.
E’ molto importante rispondere ai bisogni del bambino secondo le fasi di sviluppo che sta vivendo, altrimenti si protrarranno schemi comportamentali che dovrebbero essere superati e che mantengono il bambino in uno stato ansioso e di inadeguatezza.
Sarà sufficiente ancora una volta osservare il piccolo per capire che certe esigenze sono modificate e che ci chiede di crescere, di cambiare.
Ruolo del padre e della madre
Dopo i primi sei mesi il padre ha un ruolo fondamentale: può aiutare la donna ad emanciparsi dalla dipendenza con il figlio che è estremamente allettante e mettere in atto comportamenti autonomi.
La madre potrà trovare gratificazione nella sua capacità di partecipare alle curiosità de bambino.
La crescita vissuta con serenità, ascolto, pazienza, accettazione dei propri limiti, potrà continuare a rappresentare per tutte le persone che si relazionano al bambino un’esperienza ricca, creativa ed appagante.
Dott.ssa Luisa Romei
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